San Mariano si trova proprio di fronte al poggio di Solomeo. Il borgo occupa la sommità di una collina situata a ridosso della sponda sinistra del Caina. Citato nel 1154 come castrum, viene di nuovo ricordato come tale in documenti del 1258. Di questo primo insediamento, però, non conosciamo la precisa ubicazione, né tanto meno forma e dimensioni in quanto nel corso del XIV secolo venne completamente distrutto. Nel XV secolo l’abitato viene infatti ricordato come villa o addirittura come semplice locum. Nel 1474 gli abitanti chiedono l’esenzione dalle tasse per poter pagare la ristrutturazione delle mura. Da questa data cominciò la costruzione di un nuovo castello, corrispondente all’attuale borgo, in posizione adiacente a quello più antico e forse utilizzandone anche i materiali. Dopo la distruzione, il castello subì un forte ridimensionamento. Una attenta lettura dei rapporti tra le attuali murature permette di evidenziare almeno due fasi costruttive del castrum: la prima risalente al XIV secolo, la seconda relativa alla ricostruzione del XV secolo. Nella parte più antica della fortificazione è aperta l’unica porta di accesso al castello, in pietra calcarea bianca, con arco a tutto sesto nell’intradosso ed arco a sesto acuto nell’estradosso. Due torrioni circolari furono aggiunti nel corso del XV secolo per potenziare la primitiva fortificazione: uno sullo spigolo di nord-ovest, in parte nascosto dall’attuale chiesa, l’altro sull’angolo di NE, vicino alla porta di accesso. Quest’ultimo presenta, nella parte bassa della cortina, quattro feritoie, realizzate a controllo della porta, della strada di accesso al castello e della collina di fronte. Percorrendo la via principale del borgo si giunge nel cuore di San Mariano, seguendo un percorso tra le tipiche casette del borgo, realizzate per lo più in travertino, vista la relativa vicinanza delle cave di S. Sabina-Strozzacapponi, da cui si estraeva pietra fin dall’epoca etrusca.
La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta fu rinnovata tra il 1864 e il 1867 con grande concorso di offerte da parte del popolo e fu solennemente consacrata il 17 novembre dello stesso anno dal vescovo Gioacchino Pecci.
Venne eretta quasi ex novo su disegno dell’architetto Giovanni Santini (Umbertide 1802- Perugia 1868) sul sito di una precedente costruzione, ampliandone le dimensioni e l’altezza e adottando un’icnografia in stile neorinascimentale a croce latina ad una sola navata, tre absidi semicircolari e copertura a volta.
La decorazione della facciata, perfettamente in armonia con l’interno, venne realizzata in cotto (teste dei cherubini), pietra e travertino (stipiti della porta), apponendovi lo stemma in terracotta della famiglia Sperling in sostituzione di quello marmoreo della congregazione olivetana.
La decorazione interna, interamente fatta ad olio, ben si adattò ai cinque altari, il maggiore dei quali, dedicato a santa Maria Assunta e san Mariano, venne adornato di arabeschi in gesso, modanature, due statuette e, ai lati, due angeli in stucco. I quattro altari laterali vennero intitolati alla Madonna del Carmine, ex Madonna del Rosario, a san Giuseppe, a sant’Antonio da Padova e al Crocifisso. Quest’ultimo ospita un bellissimo simulacro cinquecentesco proveniente dalla chiesa romana di San Niccolò e donato dalla famiglia Sperling.
In quest’occasione venne rifatto anche il fonte battesimale, istituito in questa parrocchia nel 1834.
Al centro della parete di sinistra, venne posizionato un pulpito scolpito in pietra serena, realizzato nel 1653 per l’altare maggiore della chiesa olivetana di Monte Morcino.
In fondo alla chiesa, sopra la bussola, fu costruita l’orchestra nella quale venne posizionato l’organo a 16 registri realizzato da Sebastiano Vici Di Montecarotto nel 1831 e pagato 500 scudi. Questo, in seguito alla caduta di un fulmine, fu interamente restaurato alla fine del XIX secolo da Nicola Morettini.
Ai piedi del castello, si è sviluppato a partire dagli anni ’80, il quartiere del Girasole, oggi centro nevralgico della frazione, ricco di servizi, attività commerciali e con un’elevata densità demografica.